Another End

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“Non sarebbe una sconosciuta… sarebbe solo un altro corpo. Avrebbe i pensieri di Zoe… i suoi ricordi”
(Ebe – Bérénice Bejo)

Chi siamo veramente? Cosa rende ogni essere umano davvero riconoscibile? Devono esser stati questi penseri a portare Piero Messina a dirigere e co-scrivere il suo secondo lungometraggio, qui nel campo di una fantascienza in una veste però appena accennata, per permettere di affrontare sì il quesito senza metafore, ma lasciando al contempo il tema portante ancorato all’umanità dei personaggi, ai dolori e ai vuoti incolmabili che si generano quando vengono improvvisamente a mancare le persone amate.

Scindere la vera personalità, la vera essenza di un amore tranciato dalla vita trascendendo il suo aspetto estetico, riconoscerne il sorriso e lo sguardo, anche se con bocca e occhi diversi, è davvero possibile? Sì, per l’azienda Aeterna, che offre l’opportunità di riunirsi alle persone prematuramente decedute grazie al corpo di un altro che, dietro compenso, si offre di noleggiare temporaneamente il proprio sostituendone la propria essenza, così che chi stia soffrendo la mancanza dei propri cari possa frequentarli ancora un po’, metabolizzando più lungamente l’inevitabile lutto. E così anche lo scettico protagonista Sal, in crisi per la morte della compagna Zoe in un incidente d’auto, cede alla tentazione fornita dalla sorella Ebe che, lavorando lì, è ben consapevole degli effetti benefici che il progetto Another End ha su chi ne prova il miracolo biotecnologico. Ottima qui la prova di Gael García Bernal, che riesce a trasmettere la sua fragilità e sofferenza quasi esclusivamente con l’intensità della misurata e colpevole delicatezza che traspare dai suoi occhi: è una persona che nonostante l’enorme tristezza non si è lasciata andare del tutto, vivendo in bilico tra l’abbandono totale della vita e la volontà di aggrapparsi comunque alla sua nuova normalità, inizialmente titubante nella realizzabilità di potersi davvero sentire di nuovo insieme a Zoe. Tutta la costruzione del “ritorno” alla vita di quest’ultima è molto riuscita e la durata del film è perfetta per permettere agli spettatori di entrare nell’architettura emotiva della pellicola, facendo decantare il messaggio e le emozioni che l’autore vuole trasmettere. Un minor tempo avrebbe imposto una maggiore velocità degli avvenimenti che avrebbe penalizzato l’immersione e la possibilità di sintonizzarsi con il silenzioso urlo di rimpianto di Sal e dei genitori di Zoe. Questi ultimi sono tra i pochi altri personaggi presenti, e potrebbe essere anche una conseguenza di un budget non astronomico, ma in ogni caso sono tutti ben implementati tra loro.

Le musiche sono efficaci e azzeccate, anche se sicuramente non originali nel loro passare da pianoforte e violini ad un jazz tipico dei noir imbevuti di malinconia, mentre l’estetica del film si appoggia su una fotografia tendente a colori freddi e a un’atmosfera asettica, come a comunicare, però, non il classico futuro intriso di tecnologia, ma una percezione di freddezza della vita che circonda i personaggi: assenza di amicizie, assenza di confronti onesti, assenza di un modo per superare il lutto se non quello di continuare a vivere con le persone che strenuamente si era riusciti a coinvolgere nella propria quotidianità, creando un sottobosco adeguato a contestualizzare al meglio lo svolgimento della trama.

In relazione a ciò c’è, infatti, anche l’ interessante tema, legato a doppio filo a quello principale, della scelta di chi si offre come ospite della vita degli altri, perché forse ormai incapace di accettare la propria: vivere inconsciamente nei panni di qualcuno che ha ancora possibilità di essere amato, come se l’assenza di speranza di poter redimere il proprio tempo sia tale che l’unica alternativa al suicidio sia la vendita del proprio corpo in un modo sì innovativo, ma non meno disperato.

Another End

Regia: Pietro Messina

Attori: Gael García Bernal, Renate Reinsve, Bérénice Bejo, Olivia Williams, Philip Rosch, Pal Aron, Ben Allen, Laura Anzani, Amina Ben Ismaïl, Tim Daish, Kathleen Hagen, Michael Maggi, Dami Olukoya

Durata: 129 minuti

Uscita: 21 Marzo 2024

Versione Inglese

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another-endIl contenuto del film non è innovativo in termini assoluti, ma lavora bene nell’esecuzione dell’esposizione dei temi dell’elaborazione del lutto, di cosa si è disposti a fare per ritardarlo e, dall’altro lato, di come la società abbia fallito nel reintegrate persone disperate se molte di queste si rassegnano a sacrificare parte del loro tempo concedendo il proprio corpo a chi la vita è stata strappata troppo presto. Grande prova attoriale di Gael García Bernal nei panni del protagonista e la durata è perfetta per apprezzare questo sci-fi romantico che ci ricorda quanto sia importante il concetto del “carpe diem”.

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