Detective, lei è venuto per screditarmi, ma io sono in grado di parlare con i defunti.
(Joyce Reynolds – Michelle Yeoh)
Dopo solo un anno dall’uscita del prequel Assassinio sul Nilo (2022), ma ambientata 10 anni dopo gli eventi del predecessore, arriva sugli schermi il terzo capitolo della serie investigativa diretta e interpretata da Kenneth Branagh (basato sul romanzo “Poirot e la strage degli innocenti”), questa volta virando verso atmosfere puramente horror, in una Venezia aguzza, gotica e piena di fascino, dove il classico modus operandi del Whodunit si mescola a quello scaturito dal mistero che aleggia attorno ai personaggi e alla casa che fa da vera protagonista della pellicola. Infatti, spicca la magistrale cura e attenzione con cui è stata creata ogni area della villa decadente che arreda e nutre di sospiri i minuti che ci accompagnano nella visione: ogni stanza, finestra o soprammobile trasmette timore, angoscia e malinconia, come un coro pericolosamente accogliente nel suo prepararsi a colpire il nostro immaginario con note tutt`altro che liete.
Oltre ad aver cambiato il set, la vena horror si intravede anche dall`uso (moderato) di Jumpscare più o meno ficcanti, la novità più roboante che noteranno gli spettatori dei due film precedenti. Tuttavia, non si arriva mai alle vette di ricerca di tensione dei migliori prodotti del genere: l`uso della paura risulta molto misurato, utile a rinfrescare la formula di una serie che rischiava di stagnare nel tentativo di replicare i film gialli del passato ispirati alle storie di Agatha Christie, ma evitando di allontanarsi eccessivamente dai binari che ne sono comunque genesi e colonna portante. Si può ritenere, quindi, riuscita l’idea di stravolgere le aspettative dei veterani e il film giova di questa scommessa rendendosi più appagante e coinvolgente, grazie alla dose aggiuntiva di pathos che l`horror immancabilmente porta con sé.
Va detto, invece, che alcune scelte quali la pioggia incessante, l`ambientazione buia e i soliti metodi per impedire ai personaggi di allontanarsi dal luogo adibito a fulcro del caso da risolvere risultino un po’ stantii e questo impedisce alla pellicola di ergersi verso una maggiore originalità. Per fortuna, però, l’interesse per la vicenda riesce a prendere il sopravvento e ci permette, inoltre, di vedere Poirot sotto una luce più vulnerabile, mettendolo di fronte al conflitto tra il rimanere saldo nella sua posizione di uomo di empirica scienza e l`assecondare i suoi sensi che sembrano portarlo nell’altra direzione; durante tutta la sua durata, infatti, questo lavoro sembra raccontare eventi con elementi soprannaturali, ma solo il finale darà una risposta a questo dilemma.
Per quanto riguarda il cast, questa volta è forse meno patinato rispetto ai film precedenti, ma funziona nel suo complesso, nonostante alcuni personaggi risultino un po’ troppo confinati a dei ruoli piatti e poco interessanti, se non eccessivamente costruiti per far sì che siano presenti gli immancabili colpi di scena.
Un’altra novità che si percepisce (e che mette in luce una grande capacità della produzione nel giocare con le lenti) è, invece, sul versante tecnico, con l`interessante connubio dato dall’uso del grandangolo all’interno di stanze chiuse come mezzo per trasmettere il senso di claustrofobia in alcune scene, soprattutto iniziali, dove la grandezza delle stanze, anziché dare ariosità al contesto, lo mostra così grandioso ma allo stesso tempo apparentemente vuoto e senza vie d’uscita da caricarlo di una tristezza vendicativa pronta a colpire chi oserà entrarvi.
Assassinio a Venezia
Regia: Kenneth Branagh
Cast: Kenneth Branagh, Dylan Corbett-Bader, Amir El-Masry, Riccardo Scamarcio, Fernando Piloni, Lorenzo Acquaviva, Tina Fey, David Menkin, Camille Cottin, Kelly Reilly, Jude Hill, Yaw Nimako-Asamoah, Jamie Dornan, Clara Duczmal, Rowan Robinson, Michelle Yeoh, Emma Laird, Stella Harris, Emilio Villa-Muhammad, Vanessa Ifediora, Kyle Allen, Ali Khan, Esther Rae Tillotson, Winnie Soldi, Richard Price
Durata: 103 minuti
Uscita: 14 Settembre 2023