The Whale

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Ho bisogno di sapere che ho fatto una cosa giusta nella mia vita!

Non è facile essere obesi a 50 anni. Charlie sa bene che per poter vivere parte della sua vita in modo dignitoso ha bisogno dell’aiuto dell’infermiera Liz, che cerca di sostenerlo sia fisicamente che mentalmente. Charlie insegna a scrivere online e lo fa seduto sul suo divano, faticando a muoversi, ma una volta la sua vita era diversa.

L’uomo ha una figlia di 17 anni, Ellie, che non vede da quando l’ha lasciata per andare a vivere con Adam, la persona che amava e il cui suicidio ha portato Charlie a mangiare senza sosta. Quando la vita sembra sfuggirgli dalle mani, Charlie cerca di ricreare la sua relazione con Ellie, ma non sarà una cosa facile da mettere in pratica.

Dramma duro e profondo diretto dal maestro Darren AronofskyMother! (2017), Noah (2014), Black Swan (2010), e soprattutto il capolavoro assoluto Requiem for a Dream (2000) — che racconta qualcosa che, con ogni probabilità, non è mai stato detto prima.

Che cosa racconta, quindi?

La fase terminale della vita di una persona che, seguendo i suoi istinti naturali senza guardarsi intorno e indietro, finisce per esserne vittima in modo completo e totalizzante.

Non importa se questi istinti alimentari o pulsioni sessuali, quello che conta, in questo caso, è capire la persona, l’essere umano Charlie che qui è rappresentato in maniera eccellente da Brendan Fraser che è tornato sulla scena in gran forma .

Ma chi è veramente Charlie?

Prima di tutto, è un padre, che ha scelto per i suoi sentimenti interiori di non vedere la sua unica figlia per molto tempo.

In questo emerge la visione del regista del rapporto padre-figlia da ricostruire in qualche modo, anche se fosse solo per un tempo breve e non duraturo.

Ma Charlie è anche una persona molto in sovrappeso, vittima delle sue pulsioni alimentari che emergono e si rafforzano nei momenti di crisi, quando la sua personalità non ha la forza di resistere all’impatto di ciò che accade intorno a lui, e deve fuggire per nascondersi in qualche luogo segreto.

Questo accade anche nei momenti di insegnamento di Charlie, in cui l’uomo sceglie di non farsi vedere dai suoi allievi proprio per paura di essere giudicato da coloro che dovrebbe guidare come insegnante, ea cui dovrebbero credere.

Eppure Charlie non ha paura a conti fatti di mostrare chi è veramente, cioè una persona omosessuale che vuole essere come tutti gli altri, anche se questo ha sempre un costo, e il prezzo da pagare è troppo spesso salato e coincide con la propria vita.

In questo senso è curioso vedere quanti parallelismi ha questa storia con l’altro capolavoro con cui si troverà presto a confrontarsi per gli Oscar ®, ovvero Tár (2023)

In entrambi i casi abbiamo a che fare con i sentimenti che ha questo tipo di persona, ma attenzione: mentre nel nostro caso l’immagine che emerge è quella di un uomo che… sì, ha commesso tanti errori nella vita, ma comunque ottiene una sorta di redenzione che si merita sul campo di battaglia, nell’altro caso citato non c’è redenzione, e non c’è salvezza ma solo dannazione.

La sensazione che emerge da questa fase cinematografica è che a Hollywood ci sia un forte desiderio di legittimare la figura della persona omosessuale o, meglio, di omologarla completamente agli eterosessuali, mostrando come entrambi commettano gli stessi errori, combattano le stesse battaglie, vincano e perdere esattamente allo stesso modo.

Da un certo punto di vista — quello dell’essere umano come persona, come anima, come vita vissuta — questo è sacrosanto, in questo siamo tutti uguali, ma dall’altro — quello dei modi di essere, di fare, di vivere, di vedere la vita e di progettare il futuro: questa omogeneizzazione rappresenta una forzatura non da poco e rende film altrimenti meravigliosi in parte costruiti.

Resta il fatto, però, che Charlie riesce a conquistarci tutti con la passione, che le sue paure a volte sono anche le nostre, e che è impossibile non innamorarsi di questo prodotto.

Bravi gli attori presenti, e ottima la scelta del regista di girare quasi esclusivamente all’interno di una casa come a simboleggiare lo stato di abbandono e chiusura interiore verso il mondo esterno che Charlie sta attraversando nella sua vita.

Oltre a questo, è estremamente interessante scoprire il modo in cui una persona delle dimensioni del protagonista cammina, si alza da dove è seduta, si muove, va a letto, va in bagno, e insomma… i problemi reali e concreti sono quelli che queste persone devono affrontare in continuazione.

Se, quindi, l’intento di questo film non è stupire ma raccontare e aprire la finestra su qualcosa che non si sa, beh rappresenta qualcosa da non perdere per niente al mondo.

 

Direttore: Darren Aronofsky

Cast: Brendan Fraser, Sadie Sink, Ty Simpkins, Hong Chau, Samantha Morton, Sathya Sridharan, Jacey Sink, Wilhelm Schalaudek

English Version

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REVIEW OVERVIEW
Da Non Perdere
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Il Cinema è come il sangue: non posso mai restarne senza, pena la morte. Ci siamo capiti, vero?
the-whalePellicola che riesce a conquistarci e a farci innamorare di se con la passione del protagonista, e con le sue paure che a volte sono anche le nostre. Bravi gli attori presenti, e ottima la scelta del regista di girare quasi esclusivamente all'interno di una casa come a simboleggiare lo stato di abbandono e chiusura interiore verso il mondo esterno che Charlie sta attraversando nella sua vita. Interessante scoprire come una persona omosessuale delle dimensioni del protagonista cammina e si muove. Da non perdere per niente al mondo.

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